martedì 14 marzo 2017

PUBBLICIT...ARTE

Sembra che la moda, per parlare in modi sempre più eclatanti, chieda aiuto all'arte, e che l'arte si trasformi volentieri in ADV.
Non esiste moda senza pubblicità sui giornali patinati, del resto (tranne se sei Margiela o Vatements, che probabilmente si sentono più correnti artistiche che case di moda).
L'arte, invece, vive benissimo anche senza apparire sui giornali – anzi, a volte è sinonimo di svalutazione – e non per forza ambisce a collaborare con le maison di moda.




sabato 4 marzo 2017

EMMA WATSON "NUDA" (?) SU VANITY FAIR. LO SCANDALO NON ESISTE.


Parliamo di: Emma Watson su Vanity Fair. In presunto "Topless".


O mostri le tette in pubblico, o lotti per i diritti delle donne.
O ti vesti più castigata di Maria di "Storia di una Capinera", o sei una bambolina stupidina.

“O, o”. 
Secondo alcuni opinion leader dell'informazione e personaggi che in virtù di un povero attivismo della voccaperta sui social non resistono a dire sempre la propria, sembra che anche questa volta le donne debbano scegliere.

Perchè non si può essere due cose contemporaneamente.

giovedì 23 febbraio 2017

LA MODA IN PELLICOLA: LA LA LAND

Amo i musical. Non posso dire che siano il mio genere preferito, ma hanno sicuramente un effetto unico su di me.

Ne vedo uno, uno qualsiasi, e passo i giorni seguenti a fantasticare di essere la protagonista del musical della mia vita.

Mi immagino raccogliere la popò del mio cane a passi di danza e canticchiare al portiere di tenermi da parte la posta.

I musical sono gli unici film che riescono a farmi immedesimare completamente. Se avete visto La La Land, avrete sicuramente sognato un po' anche voi. Vi sarete sentite Mia, vi sarete invaghite di Sebastian, sarete uscite dalla sala con la voglia di cantare e saltellare, probabilmente lo avrete anche fatto complice l'ora tarda e la certezza che non ci fosse nessuno a guardarvi - devo ricordarmi che a Milano c'è sempre qualcuno per strada -  e vi sarete anche innamorate di quei vestitini svolazzanti che sembrano fatti apposta per Emma Stone

Che per inciso, non sono proprio il mio genere, ma li volevo tutti.

Per non parlare dell'abbigliamento di Ryan Gosling. Potrei perdere la testa per un uomo che mi porta al cinema con le scarpe bi-color e l'abito marrone (tu, uomo della mia vita che stai leggendo: portami al cinema, vestiti così e ti dirò di sì, trallalalà).


lunedì 20 febbraio 2017

LA FERRAGNI VA AD HARVARD? DOVREMMO ESSERE CONTENTI

Non ho aperto il blog perché avessi mire di tipo espansionistico.

Non aspiravo ad arrivare chissà dove, non mi aspettavo che diventasse un lavoro, non volevo finire a smarchettare prodotti tipo coppette mestruali solo per ricevere campioni omaggio.

Volevo semplicemente incanalare e dare ordine ad una sorta di flusso continuo interiore. Una specie di energia che per gli scrittori o presunti tali - e per scrittori intendo chi lo è per davvero, chi pensa di esserlo e non lo è, e chi lo fa per diletto tipo me -, portatori sani di egocentrismo per DNA, ad un certo punto diventa incontenibile e spinge per uscire fuori, trovare consenso, essere condivisa.




lunedì 30 gennaio 2017

MELANIA, IO NON TI ODIO.

In questo spazio possiamo sentirci libere di essere mean girlsQui possiamo sprigionare tutto l'astio marinato nel succo di limone che coviamo con cura nel profondo delle nostre ovaie. Se vogliamo dire il male di Melania Trump, this is the place: siamo nel tempio della polemica, nel gineceo del pettegolezzo, nell'Olimpo del dio Alfonso Signorini (ma per fortuna lui non c'è).



domenica 15 gennaio 2017

SI DECLUTTERING CHI PUO'! - RIFLESSIONI SUL (MAGICO?) POTERE DEL RIORDINO

Tempo fa ero abbastanza drogata di Real Time. Poco alla volta la programmazione affiancò alla tripletta cuochi - stylist - agenti immobiliari (intervallata da medici in tarda serata e Barbara che realizzava letti e credenze con le cassette della frutta al pomeriggio) trasmissioni basate sui casi umani disumani (tipo: "Gente che mangia il polistirolo"/"Non sapevo di essere incinta - Edizione menopausa"/"Non pulisco casa dal '56" ecc, roba così). Proprio allora, avevo cominciato a guardare con discreto interesse "Sepolti in casa", una trasmissione sulle vicende di persone seriamente malate di accumulo compulsivo. Gente il cui unico scopo nella vita consiste nel conservare tutto e riempire la casa di talmente tanta roba inutile da rendere la vita impossibile a se stessi e al prossimo.

martedì 10 gennaio 2017

SI SI SI, NO NO NO - GOLDEN GLOBES 2017

Se potessi scegliere una cosa da fare ogni giorno tutto il giorno, a parte mangiare quantità spropositate di pizza e gelato non necessariamente in ordine cronologico e non necessariamente in ordine, sarebbe passare in rassegna i look da red carpet di tutte le celebrities del mondo e commentarli come se fossi la massima esperta nel campo. Solo questo. Guardare vestiti e dargli voti. Pagelle, pagelle, pagelle. "Tu mi piaci, tu no, tu mh". Lo farei sul serio dalla mattina alla sera. Lo farei esattamente nella posizione in cui mi trovo adesso: a letto, con le coperte tirate fino al mento, il pigiama di pile, il mollettone in testa, la tisana al finocchio coi pezzi di zenzero ammollati dentro e altri dettagli che è meglio non rendere pubblici.

Stanotte o oggi a seconda del fuso c'è stata la cerimonia dei Golden Globes, l'evento di premiazione che scalda l'aria prima degli Oscar e in qualche modo ci aiuta a nasare chi saranno i papabili vincitori dell'omino d'oro. Questi Golden Globes ce li ricorderemo per 3 cose, in particolare: 

- La La Land che stravince su tutti e porta a casa.

- Il tease di apertura con Jimmy Fellon e un sacco di altre persone fighe, che se penso che mi ha dato il cinque mi tremano ancora le gambe.


sabato 7 gennaio 2017

MILANO, ROMA, VENEZIA: 11 MOSTRE PER IL 2017

Se non faccio colazione tutte le mattine con la mia apposita tazza da colazione - c'è pure quella da tè del pomeriggio e da tisana della sera, ovviamente - mi sento come se avessi violato le regole fondanti della mia vita, il sistema di valori su cui si regge tutto il mio (precario) equilibrio.

Per cui mi fa strano pensare di essere stata anche una studentessa universitaria pronta a piantare in asso una giornata di studio, con un esame a pochi giorni e un piano programmato al minuto che se scazzava AAAARGH, per improvvisare una gita a Milano decisa la mattina stessa, obiettivo: la mostra di Keith Haring in Triennale. Figuriamoci se mi poteva importare di una tazza. Anzi, per me tazze e bicchieri erano intercambiabili. Così come lo scottex e la carta igienica e talvolta pure i vestiti e il pigiama.



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