lunedì 30 gennaio 2017

MELANIA, IO NON TI ODIO.

In questo spazio possiamo sentirci libere di essere mean girlsQui possiamo sprigionare tutto l'astio marinato nel succo di limone che coviamo con cura nel profondo delle nostre ovaie. Se vogliamo dire il male di Melania Trump, this is the place: siamo nel tempio della polemica, nel gineceo del pettegolezzo, nell'Olimpo del dio Alfonso Signorini (ma per fortuna lui non c'è).



Libere, dicevamo. E allora facciamole le stronze. Sfoghiamoci. Diciamo pure che Melania è bella perchè ha i soldi, anzi, pensandoci bene non è poi così bella perchè è rifatta, e casa sua sarà pure ricoperta d'oro ma è il tempio del cattivo gusto, e poi ci vuole coraggio per andare a dormire con un marito che pochi minuti le rubava lo struccante per rimuovere tre dita di fondotinta dalla faccia. Diciamolo, ma poi ammettiamo liberamente anche una sacrosanta verità. 

Un po' ce rode, di Melania

E questo non è il posto giusto per allenarsi a dissimulare la roditura. Qui le cose le diciamo esattamente come sono. 
Libere, dicevamo.



Ho capito che tutto il brutto su Melania Trump, soprattutto in prossimità del discorso che calcava pari pari quello dell'allora First Lady Michelle Obama, lo pensavo perchè mi rode. Mi rode la sua bellezza - chirurgia o no - mi rodono i suoi soldi, mi rodono i suoi vestiti, mi rode che possa rivoluzionare la casa e liberarsi quando e come vuole di tutto l'armamentario kitsch per darsi al minimal (vedi Marie Kondo), senza alcun pensiero nè senso di colpa. Mi rode tutto, fuorchè il marito, quello se lo può tenere stretto (anche se, diciamolo, “no Trump, no party”). Soprattutto, mi rode che sotto sotto, quella signora là non riesce a starmi antipatica fino in fondo.

Facciamo le giuste precisazioni, non sia mai che mi si dica che sono pro Trump.

Partiamo dall'ovvio: quando sposi un uomo diventi sua moglie, e quindi il 50% della coppia composta da te e quell'uomo. Nel tuo caso, cara Melania, non si tratta certo un Topo Gigio qualunque. Ma è sbagliato pensare che sposare un uomo equivalga a diventare la sua controparte femminile. Per questo percepisco te e tuo marito Donald come due entità distinte che non necessariamente sono uno la fotocopia dell'altra, o l'alter ego di sesso opposto. 



Capisco bene, ragionando in maniera pura - ovvero escludendo tutte le implicazioni monetarie e di potere connesse al passare sopra al capello color carota di tuo marito per amarlo per tutti i giorni della tua vita finchè morte non vi separi - che sposare qualcuno implichi volergli quantomeno un minimo di bene, condividerne le idee, pensarne il meglio e stimarlo. Magari convincerti che gli piaccia dare fiato alla bocca soltanto per spacconeria, ma in realtà lo sai che non è veramente un misogino, nè un razzista, nè uno che ha palpato il culo a destra e a manca. E che quello in tv, l'altra sera, non era Terminator, era Miranda Priesley, ovvero Maryl Streep, e lui si godeva beatamente il film.



Insomma, capisco che essere “la moglie di” ti butti in pasto al mondo come la prima sostenitrice di tuo marito. Del resto, lo abbiamo visto bene con gli Obama: Michelle era complementare a Barack, li vedevamo sempre insieme, l'uno sostenitore dell'altra. Una coppia bellissima. Per non parlare di Hillary Clinton, che ha continuato a sostenere il marito nonostante le corna. Indossate con classe ed eleganza in mondovisione, non dimentichiamocelo.




Mi piace pensare, da inguaribile amante delle favole quale sono, a queste giovani e bellissime donne come esseri sensibili e profondi, capaci di scorgere qualcosa di amabile nei loro uomini, oltre allo yacht a 5 piani e la baita a St.Moritz. Veronica Lario con Berlusconi, Elisabetta Gregoraci con Briatore, Melania Trump con Trump. Le consideriamo un prolungamento naturale dei mariti, ombre fedeli, sempre un passo indietro. E se i mariti sono benefattori lo sono anche loro, ma se sono delinquenti spregiudicati, per osmosi, anche le compagne diventano poco di buono, e ci stanno automaticamente sulle balle. Il ragionamento non fa una piega.

Quando ho letto che alcuni stilisti si sono nettamente rifiutati di vestire la moglie del Presidente, ci sono rimasta un po' così. Melania Trump, a parte essere la moglie di, non ha (ancora) fatto niente di male per meritarsi un boicottaggio del genere. Capisco che una tale presa di posizione sia un atto politico, espressione del sacrosanto diritto di dire la propria. Non capisco, invece, perchè alcuni fashion designer non si facciano problemi a vestire persone molto meno meritevoli di Melania



Siamo donne, e sappiamo solidarizzare tra di noi, quindi vi invito a pensare a lei come se fossimo al suo posto. Non che abbia bisogno di essere difesa e compatita, Melania non è una stupida. 
  • Anche se le batte per bellezza, è arrivata terza dietro due mogli decisamente ingombranti, Ivana e Marla Maples. Una di queste, oltretutto, ha dato i natali a colei che dal mondo intero è considerata la vera “first woman” della famiglia: Ivanka, la figlioccia giovane, bella, potente, intelligente, che si becca pure le fanta-avances del padre. 
  • Dovrà lottare per ottenere i consensi di un popolo a cui la ex first lady mancherà tantissimo, sapendo già che non raggiungerà mai quel livello di popolarità.
  • Si è presentata davanti al Presidente uscente e alla sua consorte con una mossa talmente naive da risultare quasi tenera: la ricca ed impacciata bella moglie del neo Presidente di azzurro pastello vestita, porge a Michelle Obama un pacco regalo dall'inequivocabile colore e dalla superficie grande come quella del mio bagno – e no, non conteneva un piatto d'argento, secondo me. 


  • Dovrà contenersi continuamente di fronte ad un marito che snocciolerà una gaffes dietro l'altra, ammiccherà alle belle donne, arriverà a casa troppo stanco per farle una carezza. Anzi, non arriverà neanche a casa, perchè lui sarà a Washington e tu a New York, così Barron – patatino dolce, mi ha fatto una tenerezza quella sera mentre me lo immaginavo finalmente in pigiamino sotto le lenzuola di seta! - non dovrà cambiare la scuola. Un gesto da brava mamma, io dico.


Credo che Melania Trump, con un passato rispettabilissimo nel mondo della moda, se lo meriti un bel vestito, o almeno la possibilità di indossarlo. Si merita di non essere boicottata perchè "moglie di". E poi, diciamocelo: non passa giorno in cui non si parli di emancipazione femminile, della necessità di pensare alle donne slegate dai loro uomini. Melania, quando ha sposato suo marito, non avrebbe immaginato di ritrovarsi un bel dì nei panni di una first lady. Non poteva sapere che il mondo della moda, dopo averla coccolata in gioventù le avrebbe voltato le spalle.



Siamo prima di tutto noi stesse: Melania, Angela, Francesca, Elena, Giulia, Patrizia. Poi, solo poi, siamo "mogli di". Quindi, se i designer non vogliono vestire ufficialmente Melania Trump si accomodino, ma aspettino almeno un valido motivo, un super scivolone (o auguriamoci con ottimismo che non accada). Magari dirà a Brad Pitt “Che bel pezzo di hot dog” e poi gli palperà il culo, che ne sappiamo noi. O forse perderà la pazienza e tirerà un sonoro ceffone al piccolo Byron. O appellerà Ivanka in modo totalmente inappropriato, durante il fuori-onda di un programma tv. O magari si emanciperà ancora di più, rimanendo nell'ombra, lasciando il posto a Ivanka e facendo solo e soltanto quello che nessuno si aspetta oggi da una first lady: la mamma.



MLG


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