sabato 31 dicembre 2016

IL 2017 DEI SÌ

Volevo un finale memorabile. In senso buono.

Con l'addio di Franca Sozzani, pensavo (ingenuamente) di poter archiviare il lunghissimo capitolo dei tristi avvenimenti che hanno reso il 2016 parecchio difficile da digerire - le grandi perdite musicali e culturali, gli attentati, le catastrofi naturali, i cambiamenti politici.  Un modo quasi solenne il suo, perfino poetico, di salutare quest'anno così strano. Franca lo ha fatto apposta, il direttore di Vogue Italia non poteva lasciare al caso la sua dipartita. Si è ritagliata il suo spazio alla fine, quando eravamo sul punto di riprendere a respirare regolarmente, a poche ore dalle vacanze, dopo gli ultimi momenti di lavoro intenso, quelli dove bisogna chiudere tutto e lasciare ogni cosa sistemata, che poi se ne riparla il 2 (o il 9, per chi è più fortunato). E invece a qualche minuto da "arresta il sistema", spegni la macchina del caffè, controlla che le ciabatte siano staccate, metti l'allarme, chiudi l'ufficio...ecco, squilla il telefono e Franca ci ha sorpresi tutti. Forse ha voluto farci favore. La regina della moda ci ha detto "ciao" a qualche ora dalla Vigilia, mica in piena settimana della moda. Che in vacanza siamo tutti più rilassati, e forse le disgrazie e le notizie infauste le gestiamo meglio.

mercoledì 28 dicembre 2016

6 MARCHI DI SCARPE CHE SOLO SE VE LA SENTITE

E' un periodo che vedo in giro scarpe che mi sembrano tutte uguali. Copie di modelli famosi, o addirittura copie delle copie, o rivisitazioni delle copie delle copie. Tradotto, sto attraversando uno di quei periodi in cui non mi piace quasi nulla. Questo implicherebbe un salto di livello, che ovviamente non mi posso permettere. Allora mi sono data ad una continua ed inarrestabile ricerca di scarpe "strane" on line, imbattendomi in marchi che sono decisamente un po' troppo anche per chi vuole uscire dalla monotonia della solita stringata, delle loafer con nappine, delle slipper leopardate o con il pelo.

Un po' troppo, vi dicevo.

Minna Parikka, se volete dei coniglietti ai piedi:



venerdì 23 dicembre 2016

DONNA FRANCA

Stamattina volevo mettermi lo smalto.
Ne avevo comprato uno di Chanel, argentato.
"Domattina, prima di cominciare il tran tran delle varie cose da fare, mi sistemo le unghie". 

E invece finisce che mi ritrovo a scrivere di te, e i miei 25 euro di smalto si stanno lentamente seccando. Che poi te lo devo confessare, non ho mai avuto molto da dire sul tuo conto prima d'ora. Non perchè non ci fossero storie da raccontare o opinioni da esprimere. Semplicemente non hai mai fatto niente per creare rumore. E ti dirò, mi stavi pure un po' antipatica. Ma non quel genere di antipatia che smuove la tua collega Anna Wintour. Quella che suscitavi era una forma reverenziale, del tipo non ti sopporto perchè vorrei essere con te, anzi, vorrei essere come te, o forse proprio te. E visto che nessuna di noi poteva aspirare a tanto, abbiamo tirato in ballo la storia del ricambio, dello spazio ai giovani, delle cariatidi.

Tutte scuse, tu ci piacevi, era quella la verità.




mercoledì 21 dicembre 2016

LA LISTA DEI REGALI DI NATALE - HATERS EDITION

Mai amato particolarmente la storia dei regali a Natale. Non perchè non ami farli in generale, piuttosto mi trovo in seria difficoltà tutte le volte che mi tocca fare qualcosa perchè una regola dall'alto lo impone, e perchè sembra brutto che i Re Magi si siano fatti la traversata del deserto in sella ai cammelli per portare in dono a Gesù Bambino oro, incenso e mirra e allora noi cavolo, vuoi che non ci facciamo un giro da Tiger il sabato sera per comprare dei pensierini?

Tutti da Tiger a comprare cose che non servono

lunedì 19 dicembre 2016

LA LISTA DEI REGALI DI NATALE - EDIZIONE 2016

L'altro giorno, mentre scrivevo su Facebook un post riguardo al mio unico e solo buon proposito per il 2017, ovvero comprarmi il Barbour, lo stronzo di correttore automatico del cellulare mi ha riportato alla triste realtà, modificando la parola Barbour in:

BARBONE

Che il mio angelo custode stesse cercando di comunicare con me - e trattandosi del mio angelo custode non usa registro linguistico solenne, lui parla chiaro ed è pure un po' tamarro, tipo Axl Rose - non mi è dato sapere. Fatto sta che ho chiuso gli occhi e ho visto un bel bigliettone viola (che non credo di aver mai visto veramente, in effetti) volare via. E chissà se il mio angelo l'ha acciuffato e se l'è giocato a poker.

Insomma, Barbour dicevamo. E' quasi Natale, a Natale siamo tutti più buoni avidi e ognuno di noi si sente in diritto di stilare una wishlist di papabili regali natalizi che crede assolutamente di meritare. Io, generalmente, ho desideri irrealizzabili che neanche mi pare il caso di scrivere, ma quest'anno, escluso il Barbour che comprerò con la sola forza dei miei risparmi, ho cominciato a bramare fortemente regali UTILI e anche un po' da vecchia.

Tipo:

1. Un paio di joggers di lana, altresì detti pantaloni del pigiama pensati per uscire in pigiama senza sentirsi completamente colpevoli di essere usciti in pigiama, ma di fatto...stai uscendo col pigiama.

Falconeri, in cashmere, bellissimi, li comprate qui:




mercoledì 14 dicembre 2016

SKULL CHRISTMAS, I GAVE YOU MY HEART

La borsa dell'acqua calda elettrica è un accessorio salva-vita nelle lunghe e gelide giornate invernali, quando neanche un plaid, un pigiama di pile, una tisana bollente e un cane caldo accucciato contro di te funzionano per riportare ad un livello sopportabile la temperatura.

Eppure gli inverni non sono fatti solo di accessori e dispositivi auto-abbrutenti, ma anche di capi con cui può diventare quasi piacevole avere freddo, pur di indossarli. Se poi Ozzy è il testimonial...

Qualche tempo fa, infatti, girava in rete questa foto qui:


lunedì 12 dicembre 2016

SILENZIO: PARLA (IL MAGLIONE DI) AGNESE

Un bel dì, una signora non particolarmente appariscente assisteva in un angolo al discorso del marito in occasione di un avvenimento tutt'altro che piacevole, sia per per lui, che per lei, ma anche per chi, poco prima, aveva dato alla parola più breve, semplice e pronunciata di tutte - Sì - il valore prezioso del cambiamento, e della fiducia.

Lui ammetteva una sconfitta, lei presenziava silenziosa in disparte, con le mani congiunte e l'espressione tenera, comprensiva e un po' accigliata.

A prescindere dalla gioia o dalla tristezza che la scena ha suscitato negli spettatori - non stiamo qui a parlarne perchè non è questo il luogo adatto - era tutto nell'ordine delle cose. Se non fosse che lei, quella scriteriata, quella finta santarellina coi capelli ricci e le lentiggini, quella arpia mascherata da innocua insegnante di provincia non avesse osato un gesto inammissibile e offensivo.


Il maglioncino della discordia

sabato 10 dicembre 2016

UNA SERIE DI SERIE TV

Dicevo appunto che di solito non guardo le serie TV. Più che altro perché so di essere incostante e non arrivare mai alla fine. 

La metafora della mia vita relazionale.

Ho visto fino alle fine Prison Break e 24 ma solo per far contento il mio ex-ex fidanzato. Il 90% delle volte erano meglio della melatonina e della valeriana prese insieme - de gustibus miei - quindi non posso dire di averle viste veramente per intero. Mi annoiavano, ma andavo avanti per inerzia. Partecipavo, ma per finta.


Kiefer Sutherland, l'agente Jack Bauer in 24

lunedì 5 dicembre 2016

STRANGER GIRL: MILLIE BOBBY BROWN

Non amo particolarmente le serie TV - nel senso che non riesco a seguire con costanza - non guardo film di fantascienza, mi stanno antipatici i bimbi-divi.

Quindi verrebbe da chiedersi come mai abbia cominciato a guardare - ed apprezzare - Strager Things, una serie tv di Netflix con tanto di mostri e bambini (chi è chi, poi, è sempre un mistero).

Non saprei rispondere. Ho sentito parlare di Stranger Things, la prima volta, in un articolo sul grande e attesissimo ritorno di Winona Ryder (di cui non è che sentissi troppo la mancanza, vi dirò). Poi ho visto per caso un estratto di una puntata del Late Show with Stephen Colbert in cui c'era questa ragazzina di nome Millie Bobbie Brown, e ho pensato  "Wow. Una così deve fare per forza cose fighe".

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