Parliamo di: Emma Watson su Vanity Fair. In presunto "Topless".
O
mostri le tette in pubblico, o lotti per i diritti delle donne.
O
ti vesti più castigata di Maria di "Storia di una Capinera", o sei una bambolina stupidina.
“O,
o”.
Secondo alcuni opinion leader dell'informazione e personaggi
che in virtù di un povero attivismo della voccaperta sui social non
resistono a dire sempre la propria, sembra che anche questa volta le
donne debbano scegliere.
Perchè
non si può essere due cose contemporaneamente.
Per
esempio: o sei madre o sei sindaco di Roma, per dirne una delle
ultime.
Tralasciando la Capitale, che è un argomento delicato di questi tempi, o scegli la famiglia o
scegli il lavoro.
E
per finire, o vai a Sanremo a parlare di cyberbullismo ma in tuta da
palombaro, o parli dell'ultimo amore della tua vita ma in compenso ti
metti l'abito sexy con lo spacco.
O
ti fai portavoce dei diritti delle donne, oppure posi semi-nuda per
Vanity Fair.
Volevo
scrivere un post poco dopo la polemica che ha visto protagonista la bella giornalista sportiva della tv italiana, Diletta Leotta,
che ha sovvertito la regola dell' “O,o” sul sacro palco del
Festival di Sanremo – quello che "sei fai qualcosa di sbagliato qui,
l'eco risuonerà nei secoli dei secoli". (Peggio di una foto osè che
rimane per sempre ingabbiata nel web-spazio, per restare in tema). Leotta ha sceso le
scale fasciata in un meraviglioso abito broccato che le stava da Dio
e per cui tutte abbiamo rosicato assai, e ha parlato di un problema sociale molto caldo e molto attuale, di cui lei stessa è stata
vittima: il cyberbullismo. Altresì detto “Mi vendico e posto le
tue foto nuda sul web, poi ci pensa la viralità a fare il resto”.
Lo ha fatto con serenità, senza vergogna, a testa alta. Caterina
Balivo, conduttrice di non so che programma pomeridiano, l'ha
prontamente bacchettata.
"Non
puoi parlare di violazione della privacy con la mano che cerca di
allargare la gonna”
Probabilmente
lei ci sarebbe andata in tuta da meccanico, a parlare di
cyberbullismo. Non lo sappiamo.
Fatto
sta che lasciai stare e non scrissi nulla, perchè non ne avevo
voglia. Non mi andava di fare l'ennesimo commento in difesa di
qualcosa che non andava difeso, per il semplice fatto che non aveva motivo di essere attaccato. E poi, ci aveva pensato Maria De Filippi
a rispondere alla Balivo per le righe. E dinanzi a sua maestà Maria,
le damine Balivo fanno un passo indietro. Anzi: pare che la conduttrice si sia scusata per
il “tweet infelice”. E va bene, accettiamo le scuse, che siano state sinceramente sue o suggerite dall'ufficio stampa.
Poi
ieri, su Huffington Post Italia (trovate l'articolo qui) ho letto
l'ennesimo commento su una donna che predica bene e razzola male,
Emma Watson, che ha il pregio di essere bella, intelligente,
attivista e sexy, tutte cose che non possono coesistere in nessun
modo nella stessa persona di sesso femminile, pare. Perchè, ricordiamolo,
per predicare la parità di genere non devi sapere cosa sono ceretta,
blush e tacchi. Pare.
Su
Vanity Fair, per promuovere il nuovo
film “La Bella e Bestia”, Emma Watson è in topless. Sì, si parla di
topless. A casa mia, "topless" vuol dire “senza top”, quindi a
tette TOTALMENTE scoperte. Tutto quello che vedo, in questa foto, è una bella e sensuale donna,
non certo una con i seni volgarmente al vento.
(Fonte: Vanity Fair) |
Eppure
la giornalista Julia Hartley-Brewer
commenta così sul suo Twitter:
Emma
Watson: "Feminism, feminism... gender wage gap... why oh why am
I not taken seriously... feminism... oh, and here are my tits!"
La
nudità, anche quella bella e delicata come questa, diventa scandalo perchè si è parlato troppo di temi sociali, storicamente pronunciabili solo da chi adotta look acqua e sapone alla Rosy Bindi. Poi proprio lei poi, la baby maghetta secchioncella di Harry Potter, con
una scollatura che mostra il décolleté? Lei, che tiene discorsi alle
Nazioni Unite, ma scherziamo? Come osa proporsi in queste (non)vesti
su un settimanale popolare come Vanity Fair, letto anche da poveri uomini allupati che se li provochi con un poco di carne scoperta, scendono in strada in impermeabile e mutande? E' una contraddizione vera e
propria.
La
vera parità, invece, sta proprio nella libertà di essere chi
vogliamo e di non dover scegliere tra ruoli. Io
non devo rinunciare all'obiettivo di un bravo fotografo
(TIM WALKER RAGAZZI, MICA QUELLO CHE MI SCATTA LE FOTOTESSERE), non
devo dire di no ad una stylist che vuole esaltare la mia bellezza entro i limiti della decenza e con grazia. Non c'è
nulla di sconveniente nel sottolineare la propria prestanza, e nel
diffonderla mediaticamente. Una donna può essere ambo le cose, anzi:
in questo modo scavalca gli stereotipi e va oltre qualsiasi
pregiudizio. Io posso mettermi un vestito scollato, ma tu, maschio,
devi stare al tuo posto. Se passi davanti alla vetrina di una
pasticceria e vedi un profiterol, non la frantumi con un martello e
te lo mangi perchè la fame è un istinto, tu in quel momento sei
affamato e quel dolce ti ha provocato perchè c'era su troppa
cioccolata. Non lo fai e basta, perchè il profiterol ha tutto il
diritto di essere coperto dalla cioccolata.
Andiamo
a parlare di parità in abito da suora o travestite da cubista.
Andiamoci con la faccia di Diletta Leotta o Emma Watson. Di suor Germana o Brigitta Bulgari. Andiamoci
come vogliamo, perchè la legge dell'”O,o” deve diventare un
ricordo. Al massimo, limitiamola alla pasticceria, che mangiare un profiterol e poi un cheesecake non è una grande idea.
MLG
Ottimo post! Condivido tutto dalla a alla z e di sicuro non avrei saputo dirlo meglio.
RispondiEliminaTra l'altro sono innamorata di quel servizio di Tim Walker e avevo una mezza idea di pubblicarlo sul blog nella categoria editoriali preferiti.
La gente sta male.
Un bacio
Alessia
La gente sta malissimo, cara Alessia, dici bene.
RispondiEliminaHo la sensazione che le posizioni nei dibattiti su alcuni argomenti "caldi" si stiano polarizzando un po' troppo. Non c'è più voglia di essere concilianti, o sei femminista cessa o zoccola bella (scusa il termine, ma quando ce vò...). Questo è quanto di più lontano da un'idea di parità, e la cosa che mi fa più tristezza è che le donne invece di allearsi, si facciano la guerra tra di loro.
Parlando di Tim Walker, lui è una dei pochi uomini sulla terra che mai mi deluderà :)
Ogni volta è una festa per i miei occhi.
Ti abbraccio,
Ang