Tema: Alicia Keys boicotta il trucco e lancia la campagna virale #nomakeup (Leggete l'articolo "Time to Uncover" su Lenny Letter, la newsletter di Lena Dunham)
Svolgimento: Partiamo da me. Non sono mai stata una fanatica del trucco. Conosco i miei limiti: non sono capace di mettere l'eye liner senza sembrare un quadro di Paul Klee, non riesco a chiamare il fard "blush", non conosco la differenza tra una BB Cream e una CC Cream, non capisco perchè bisogna cambiarsi i connotati col contouring.
(fonte: www.dailymail.co.uk) |
Convivo serenamente con pochissimi trucchi: un fondotinta in polvere minerale Tarte, un correttore in crema Diego Della Palma, una matita nera Dior, un mascara Benefit, un fard in crema Dior e moltissimi rossetti (l'unico lusso make up che mi concedo). Ho cominciato a truccarmi con gli omaggi di Cioè, sono andata avanti con Pupa (ricordo ancora il mio primo lucidalabbra con specchietto incorporato) e oggi uso solo trucchi di ottimi marchi, possibilmente non comedogenici (mia mamma mi ha insegnato: "Con la faccia non si scherza", per cui non ho problemi a spendere 50 euro per un fondotinta ed evitare Kiko come la peste).
Nonostante ciò, per me il trucco è indispensabile, e se prima ero una fanatica dello stile acqua e sapone, oggi mi accorgo che a volte - non sempre - mi piace darci dentro: non c'è niente da fare, truccata mi apprezzo di più, e a volte mi concedo pure qualche eccesso.
Credo che non ci sia nulla di male a truccarsi: non lo vivo come sintomo di vanità, o al contrario, di bassa autostima. Non rappresenta un segno di superficialità (anche se il mio primo fidanzato, "dall'alto" della sua cresta punkabbestia, calzando Converse sporche e bucate e con i pantaloni bracaloni addosso, un giorno mi guardò le mani e disse: "Ti sei messa lo smalto? E pensare che ti facevo una persona più semplice". Io, ragazzina insicura, mi auto-flagellai con rimproveri severi: "Come hai potuto tu, ragazza di sani principi, che vai alle manifestazioni, ascolti Vinicio Capossela, leggi i libri di Anna Politkovskaya, essere diventata una persona così frivola?". Non vi dico quando mi scoprì a leggere "Tre metri Sopra il Cielo")(Beh? Che c'è? L'ho letto, so chi sono Babi e Step, e quindi?)
Credo che sia sbagliato boicottare ciò che rende una donna felice (sempre sottinteso: usato con la giusta misura). Un paio di tacchi, un rossetto, una gonna più corta? Siamo donne, dobbiamo assecondare la nostra bellezza, valorizzare i nostri punti forti e nascondere quelli deboli. Almeno questo ci è concesso, visto che col caldo le caviglie si trasformano in scamorze, dobbiamo mangiare insipido per scongiurare la ritenzione idrica, la gravidanza ci ammolla i tessuti, abbiamo la cellulite di default, se dimagriamo ci riempiamo di smagliature e se prendiamo la pillola anticoncezionale senza metterci la crema protezione +5000 vengono le macchie in faccia? E oltretutto, io che ho sofferto di acne tardiva (tradotto: mai un brufolino fino ai 30 anni, neanche quando gli ormoni ballavano Maracaibo e facevano il trenino, fino a che puff, la faccia mi si è riempita di bolle e ho dovuto spararmi 4 mesi di antibiotico per risolvere la situazione), vivo la cosa in maniera particolarmente sentita.
Partiamo dall'ovvio. Sei una delle poche donne sulla terra ad essere bella anche senza trucco. Fortunella. Proprio per questo, non sono pienamente convinta della bontà della tua campagna #nomakeup. L'idea alla base, tutto sommato, non la trovo neanche così malvagia: dici che dobbiamo smetterla di cercare a tutti i costi la perfezione e di assecondare un sistema che ci vuole sempre al top delle nostre possibilità. La ricerca di perfezione, del resto, può spingerci a farci del male. Verissimo.
Penso invece che make up, oggi, sia sinonimo di emancipazione, espressione della volontà di essere sempre ciò che si vuole come si vuole, e l'episodio del mio primo fidanzato ne è la prova. Se fossi stata più sicura e più matura - più femmina - non sarei corsa a farmi il bagno nell'acetone dopo quel commento. Non c'è niente di male a truccarsi, ma nelle persone il male alberga continuamente. Questo vuol dire che se ho uno sfogo tipo sette stelle di Hokuto sulla fronte e ci vado in giro non curandomi degli sguardi assassini della gente che incontro - perchè il brutto, il repellente, il non conforme urta l'animo poetico e avvezzo al sublime dell'essere umano - o sono il Buddah o non ho specchi in casa.
Penso invece che make up, oggi, sia sinonimo di emancipazione, espressione della volontà di essere sempre ciò che si vuole come si vuole, e l'episodio del mio primo fidanzato ne è la prova. Se fossi stata più sicura e più matura - più femmina - non sarei corsa a farmi il bagno nell'acetone dopo quel commento. Non c'è niente di male a truccarsi, ma nelle persone il male alberga continuamente. Questo vuol dire che se ho uno sfogo tipo sette stelle di Hokuto sulla fronte e ci vado in giro non curandomi degli sguardi assassini della gente che incontro - perchè il brutto, il repellente, il non conforme urta l'animo poetico e avvezzo al sublime dell'essere umano - o sono il Buddah o non ho specchi in casa.
I difetti vanno corretti se si ritiene, perchè se ci si sente bene nella propria pelle, ahò, non c'è scusa che tenga, si vive meglio. Io so quello che ho passato con la mia acne. Sebbene non fosse tra i casi peggiori, se non ci fosse stato il fondotinta ad aiutarmi, conoscendomi non sarei uscita più di casa. Non tutte hanno la fortuna di essere belle come te, di avere la pelle liscia senza una ruga, e soprattutto nessuna di noi ha i soldi per comprarsi le creme La Prairie da 400 euro al barattolo.
Suggerire di non truccarsi non è femminismo, semmai il contrario. La cosa più femminista che si possa dire ad una donna, oggi, è: fai quello che ti fa sentire bene. Se ti piace l'ascella pelosa e non ti senti a disagio, tienitela. Se il più piccolo pelo fuori posto ti provoca un attacco di panico, rimuovilo. Se lo scopo della tua vita è essere esattamente quello che piace al tuo fidanzato, assecondalo. Se ti piace vestirti da monaca, fallo. Se sei fiera del tuo seno e ti piace metterlo in evidenza con push up di una taglia in meno e scollature, strizza pure quelle tette. Una donna deve sentirsi libera di fare ciò che vuole, incluso trasformarsi in Anna Piaggi, se lo ritiene. Se noi fossimo meno avvezzi a giudicare e a storcere il naso dinanzi a quello che non si confà ai nostri canoni di bellezza corretta, quanto vivremmo più rilassati? La vera libertà è non sentirsi giudicati mai, qualsiasi scelta si faccia, libertà è trovare il modo per sentirsi totalmente bene con se stessi. Se sto bene con un chilo di fondotinta ok, forse non incontrerò il consenso delle persone, macchemefrega se mi piaccio così? Se le occhiaie blu non mi turbano, chi sei tu per dire che le devo coprire?
Ora, cara Alicia. Capisco che il picco della tua presenza sociale quotidiana non sia certo condividere il vagone della metro con decine di persone assonnate ed incazzate alle 8.45 la mattina e alle 18.15 la sera. Tu hai a che fare con giornalisti, manager, discografici, sponsor, pr, fan. Vai in TV, fai i concerti, vivi in un mondo che ti vuole sempre al top. Deve essere dura e ci sta che tu ti sia svegliata una mattina pensando: "Ehi, machimmelofaffà?"
Però è anche vero che lo hai potuto fare dopo anni di onorata carriera, perchè se ti fosse balenata l'idea quando non eri ancora nessuno, probabilmente sarebbe stato il sistema a boicottare te. Storia triste, ma vera.
Questo per dire che certe scelte estreme si possono fare soltanto quando si è sicuri di non perderci niente, anzi, di guadagnarci in stima. O se sei Amy Winehouse, ma allora sei un mito e quella è un'altra storia.
Morale della favola. Io dico #yesmakeup, anzi #yesfaiquellochetepare e sii felice così come sei, con la trousse o senza trousse.
Tanto perfette non lo saremo mai, ma sentirsi belle ogni tanto quello sì, è possibile, ed è una sensazione fantastica.
Madame La Gruccia
Anna Piaggi |
Diana Vreeland |
Ora, cara Alicia. Capisco che il picco della tua presenza sociale quotidiana non sia certo condividere il vagone della metro con decine di persone assonnate ed incazzate alle 8.45 la mattina e alle 18.15 la sera. Tu hai a che fare con giornalisti, manager, discografici, sponsor, pr, fan. Vai in TV, fai i concerti, vivi in un mondo che ti vuole sempre al top. Deve essere dura e ci sta che tu ti sia svegliata una mattina pensando: "Ehi, machimmelofaffà?"
Però è anche vero che lo hai potuto fare dopo anni di onorata carriera, perchè se ti fosse balenata l'idea quando non eri ancora nessuno, probabilmente sarebbe stato il sistema a boicottare te. Storia triste, ma vera.
Questo per dire che certe scelte estreme si possono fare soltanto quando si è sicuri di non perderci niente, anzi, di guadagnarci in stima. O se sei Amy Winehouse, ma allora sei un mito e quella è un'altra storia.
Morale della favola. Io dico #yesmakeup, anzi #yesfaiquellochetepare e sii felice così come sei, con la trousse o senza trousse.
Tanto perfette non lo saremo mai, ma sentirsi belle ogni tanto quello sì, è possibile, ed è una sensazione fantastica.
Madame La Gruccia
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