...ovvero un'eroina d'altri tempi che ispira un trend attualissimo.
Leggere Jane Eyre è qualcosa che avrei voluto fare già molto tempo fa, eppure c'è sempre stato qualche altro libro ad avere la priorità su di lei. Proprio come accade nella sua vita, in cui l'eroina emerge e si fa amare per gradi, così è stato per il mio cuore, all'inizio mosso da semplice compassione e poi definitivamente e irrimediabilmente innamorato di lei. Questa figura così esile, non particolarmente avvenente eppure così ricca di forza e allo stesso tempo di quella dolcezza che ci mette un po' per venir fuori, come le fragranze di alcuni profumi che all'inizio lasciano interdetti per poi esplodere in mille note di piacere per l'olfatto, ecco, Jane Eyre è così: simbolo di forza femminile, integrità, intelligenza, indipendenza, cultura, austerità ed eleganza.
Ventisette anni ho aspettato per capire che Jane Eyre, istitutrice orfana nata dall'incredibile abilità di Charlotte Brontë, è la mia donna ideale, il modello a cui aspiro e che porterò con me per sempre.
Non a caso Zeffirelli, regista noto per aver portato in scena eroi ed eroine di libri e romanzi famosi (per esempio, "Amleto" con Mel Gibson, Maria di "Storia di una Capinera" di Giovanni Verga) ha dipinto, grazie alla bravura di Charlotte Gainsbourg, un ritratto ben riuscito di Jane.