SE BELLA VUOI APPARIRE, UN SALAME DEVI SEMBRARE

Questo non è un blog di moda, è più un blog di sofferenze legate alla moda.

Tipo che non sarò mai una giornalista di moda.

O che quella cosa con le due C che bramo da tempo costa troppo.

Queste sono, diciamo, sofferenze dell'anima, più o meno importanti. Strettamente correlate all'autocommiserazione e al piangersi addosso (è la mia specialità! :D)

Certe volte, invece, la sofferenza è fisica e si identifica in un oggetto preciso. 

Nel mio caso, questo:

Questa cosa qua è uno strumento di tortura. Si, va bene, è un modello che ricorda l'intimo delle pin up, ha un'aria vagamente vintage anni '50, è molto "monicabelluccesco" e bla bla bla.

Ragà, questo affare qua FA MALE per davvero. La nota marca di intimo che ha proposto questa "sottoveste effetto shaping", in realtà "spessissima guaina contieni - ciccia", ha pensato bene di proporla la primavera - estate, così come mi è stato riferito dalla gentile commessa al quale ho sottoposto il mio disappunto. Qui a Firenze (e siamo a giugno!) ci sono 28 gradi e sono le 22.41. Tra qualche giorno si arriverà a 40 gradi senza neanche avere il tempo per realizzarlo. Ergo, la sottoveste in questione, (che più che modellarci ci fa assomigliare a delle finocchione avvolte nel budello) non è proprio il massimo per le temperature estive. Si appiccica al corpo come i campioni di fondotinta sono appiccicati sulle pagine dei giornali: talvolta, per tirarli via, ti escono le vene sulla fronte...e anche qualcos'altro (ma siamo tra signore,quindi mi conterrò).

Le cose andarono così: ho due vestiti, trasparenti. Uno è una maxi t-shirt bianca che vorrei usare come vestito, uno è un top morbido senza spalline che è troppo lungo per essere usato come maglia e troppo trasparente per essere usato come vestito. "Ci vuole una sottoveste", ho pensato. Vado da Intimissimi colma di speranza e la commessa mi propone questo coso, con spalline removibili, color carne, in microfibra (in realtà quello che ho preso io non è proprio come quello in foto: non ha le coppe imbottite ed è tutto intero). Sembra essere proprio quello che fa  al caso mio. Così facile?! Ah, illusa! La commessa mi mostra una M, io colta dall'entusiasmo galoppante lo agguanto, anzi no, mi faccio dare una S. Pago il tutto 39 euro circa, pensando che avrei speso volentieri qualcosina di meno, ma vabbè, tanto mi serve! Seeee.

Torno a casa e tiro fuori la sottoveste dalla carta velina. La prima cosa a cui penso, guardandola, è la principessa Elisabetta di Baviera. Sissi, esatto. Quando andai a Vienna coi miei e visitai il castello, lessi sul depliant informativo che Sissi era ossessionata dalla sua bellezza, che era magrissima e che indossava dei bustini talmente stretti e contenitivi che il suo punto vita aveva le dimensioni del diametro di una mela. Riporto da Wikipedia:

"La sola allacciatura del busto, utile a ottenere il suo famoso vitino da vespa, richiedeva spesso un'ora di sforzi."

Santi numi. Io non voglio la mela, io voglio il mio cocomero. Poi ho pensato che l'ora di sforzi l'ho impiegata anche io, per infilarmi quell'affare. Da sola, mica con le damigelle di corte ad aiutarmi. Una tortura cinese. Sudata, sofferente e compressa. Decisamente shaped, ma lontana da qualsiasi ideale di sexy pin up. Non si può minimamente essere sexy nei panni di un insaccato.

Non si può essere comode nè fresche in estate con uno strato di pelle in più. Con una cotenna, oserei direi.

Dopo essermi sufficientemente rimproverata per l'errore e la precipitazione con cui mi sono portata a casa la sottoveste, sono andata da Intimissimi per cambiarla con un'altra, adocchiata sul catalogo, molto meno shaping e molto più umana. 

Problema risolto?

Niente affatto, perchè ho girato tre negozi diversi qui a Firenze, e il capo che mi serve è esaurito dappertutto. 

Ho come la sensazione che una volta indossata la sottoveste shaping, non sia così facile liberarsene.

Seconda pelle, dicono. 

Madame La Gruccia