Secondo il mio modo di vedere le cose, fare shopping non significa esclusivamente girare per negozi e spendere soldi in maniera frivola e incontrollata. Vabbè, la maggior parte delle volte si, ma non sempre sempre.
Fare shopping è un’esperienza. A volte, si torna a casa con le buste piene e basta, altre volte si aggiunge allo shopping “materiale” un certo carico emotivo: si raccolgono tesori, si conoscono persone deliziose, ci si fa coccolare e si entra a contatto con storie di oggetti senza tempo.
Parlando di quanto lo shopping sia, alle volte, poco legato al semplice atto di portarsi a casa qualcosa, quanto piuttosto al piacere di conoscere storie di vita, passioni e mestieri, penso a quello che mi è successo ieri. Con mia madre, ho deciso di visitare Vintage Selection, la fiera che due volte l’anno si svolge presso la Stazione Leopolda di Firenze.
Per gli amanti del vintage, ma diciamo pure del “vecchio”, perché di questo si tratta (a me, tutto sommato, piace definirlo così, in modo rude e quasi spregiativo, perché non amo soltanto addentrarmi tra capi firmati in perfette condizioni, ma mi tufferei in qualsiasi mucchio o baule pieno di tarme), queste piccole fiere rappresentano un piacere per gli occhi (a me causano anche l'ansia del "devosbirciareognisingoloangolo"): stand ricchissimi di colori e pattern, banconi pieni di occhiali, mucchi di borse. Poi, i bijoux.
Per gli amanti del vintage, ma diciamo pure del “vecchio”, perché di questo si tratta (a me, tutto sommato, piace definirlo così, in modo rude e quasi spregiativo, perché non amo soltanto addentrarmi tra capi firmati in perfette condizioni, ma mi tufferei in qualsiasi mucchio o baule pieno di tarme), queste piccole fiere rappresentano un piacere per gli occhi (a me causano anche l'ansia del "devosbirciareognisingoloangolo"): stand ricchissimi di colori e pattern, banconi pieni di occhiali, mucchi di borse. Poi, i bijoux.
Devo dirlo: non sono un’esperta di gioielli. Se devo essere proprio sincera, i bijoux mi mettono in difficoltà.
Fino a che non ho conosciuto Juan Carlos e Todd (Jewels of fantasy), due persone che non incontri tutti i giorni. Amano i loro i gioielli vintage (e ne hanno di strepitosi!) talmente tanto che non gli interessa se alla fine te ne porti uno a casa o no: quello che conta davvero è che tu esca dal loro stand con l’idea che il bijoux è un oggetto prezioso che va scelto con cura, che deve non solo stare bene, ma anche rispecchiare chi lo indossa. A me è successo: Todd, americano, gentile ed elegante nel suo modo di parlare e descrivere i suoi tesori, e Juan Carlos, dalla simpatia travolgente, mi hanno fatto provare decine dei loro pezzi da red carpet, e senza che io glielo domandassi. Hanno scelto per me i gioielli che, secondo loro, si adeguavano meglio al mio incarnato, alla forma del mio viso e ai miei capelli, fornendomi un’analisi dettagliatissima di quello che poteva valorizzarmi o meno. E non erano certo lì a dirmi che mi stava bene tutto: questo perché, come dicevo, non sono due persone che vogliono rifilarti per forza qualcosa. Loro desiderano solo che tu e il tuo gioiello siate in sintonia, e questo pensiero riescono a trasmetterlo benissimo. Infatti, ho capito bene quali gioielli devo prediligere e quali lasciar stare: e grazie ai loro consigli, riuscivo a sentirmi finalmente bene con i bijoux, tanto da scegliere dei pezzi che non credevo avrei mai potuto indossare. Del resto Juan Carlos mi ha subito spiegato che una collana o un paio di orecchini esposti possono non trasmetterci nulla, ma è indossandoli che avviene qualcosa, che si crea quell’alchimia per cui capisci che non ne puoi fare a meno. Mi ha suggerito, inoltre, di andarci piano: di cominciare poco alla volta, senza fretta, senza “abbuffarmi” di acquisti. Così è stato. Ho portato a casa questa:
Ho girato per tutta la fiera continuando a pensare ai gioielli vintage di Todd e Juan Carlos, ho guardato gioielli esposti in altri stand , ma nessuno dei venditori ha saputo trasmettermi il vero valore di quegli oggetti. Ad una ragazza ho chiesto di che epoca fossero degli orecchini che mi piacicchiavano e mi ha detto: "Anni Cinquanta...sono ROCCABBBBBILLIIII". Alla fine, sono tornata indietro dai miei fidati consiglieri e, non contenta del primo acquisto, ho comprato anche una parure scontatissima.
Todd e Juan Carlos vivono tra l’Italia e New York. Insieme alla loro selezione di pezzi d’epoca, li trovate nelle più importanti fiere di vintage italiane (come quella di Parma e Pavia):
Ma sai che li ho beccati anche io se non sbaglio alla fiera di forlì diversi anni fa?
RispondiEliminaUna mia amica si è fermata e hanno chiacchierato tipo un'ora e ha provato di tutto :D Sono veramente deliziosi!
(come sei poco roccabbbiiiilllii :D)
...guarda ci sono certi musi lunghi in questi posti... cioè se non vuoi stare lì a conoscere persone e a promuovere il tuo negozio, non andarci! :)
RispondiEliminaun bacio!!
Hai proprio ragione Madame La Gruccia,
RispondiEliminain certi posti si trovano troppi musi lunghi senza alcuna voglia di porsi in un vero rapporto dialogico con i visitatori, acquirenti o curiosi che siano.
A volte penso che non abbiano nemmeno voglia di vendere o che facciano lo screening dei passanti valutandone a priori la capacità d'acquisto e patrimoniale quando noi veri Vintager sappiamo che dietro al più nerd dei nerds potrebbe nascondersi un appassionato, un intellettuale, un vero amante delle cose d'epoca o un possibile nuovo "apprendista" desideroso di conoscere e imparare.
Ecco perché Todd e Juan sono così irresistibili e spiccano su molti altri più blandi venditori, per preparazione, cortesia ed entusiasmo, specie in questi calderoni fieristici ;-) dove il bz é l'unica ragione sia per organizzatori sia spesso per gli espositori.
Ma quando trovi un commerciante o collezionista davvero appassionato e che ama le sue cose esposte, la passione di condividere e trasferire conoscenza supera ogni altro interesse.
Seguimi nel mio blog Vintagevents, ti farò scoprire alcuni Vintagisti DOC.
Un saluto e felicitazioni per il tuo blog che trovo "ruspante" come alcuni dei miei :-P
Stefano
Ciao Stefano, hai riassunto perfettamente il succo del mio post, ho veramente un ricordo piacevole di quel pomeriggio, non ho mai trovato commercianti così disponibili ed entusiasti del proprio lavoro. Si vede che la passione è quello che si cela dietro il loro lavoro... davvero, basterebbe un sorriso e un gesto cortese in più da parte di molti commercianti per instaurare un rapporto di fiducia (e per vendere, cosa che non fa male certamente a loro!); in queste fiere qui, purtroppo, c'è molta gente che possiede tesori e che non sa comunicarli. Mi chiedo che senso abbia esporli...
EliminaMi hai fatto venire molta curiosità, per cui visiterò più che volentieri i tuoi blog... in quanto malata di moda poso dirmi un amante del vintage ma non certo un'esperta, se posso imparare qualcosa, che ben venga! :)
a PRESTO! ;)