sabato 4 marzo 2017

EMMA WATSON "NUDA" (?) SU VANITY FAIR. LO SCANDALO NON ESISTE.


Parliamo di: Emma Watson su Vanity Fair. In presunto "Topless".


O mostri le tette in pubblico, o lotti per i diritti delle donne.
O ti vesti più castigata di Maria di "Storia di una Capinera", o sei una bambolina stupidina.

“O, o”. 
Secondo alcuni opinion leader dell'informazione e personaggi che in virtù di un povero attivismo della voccaperta sui social non resistono a dire sempre la propria, sembra che anche questa volta le donne debbano scegliere.

Perchè non si può essere due cose contemporaneamente.


Per esempio: o sei madre o sei sindaco di Roma, per dirne una delle ultime.
Tralasciando la Capitale, che è un argomento delicato di questi tempi, o scegli la famiglia o scegli il lavoro.
E per finire, o vai a Sanremo a parlare di cyberbullismo ma in tuta da palombaro, o parli dell'ultimo amore della tua vita ma in compenso ti metti l'abito sexy con lo spacco.
O ti fai portavoce dei diritti delle donne, oppure posi semi-nuda per Vanity Fair.

Volevo scrivere un post poco dopo la polemica che ha visto protagonista la bella giornalista sportiva della tv italiana, Diletta Leotta, che ha sovvertito la regola dell' “O,o” sul sacro palco del Festival di Sanremo – quello che "sei fai qualcosa di sbagliato qui, l'eco risuonerà nei secoli dei secoli". (Peggio di una foto osè che rimane per sempre ingabbiata nel web-spazio, per restare in tema). Leotta ha sceso le scale fasciata in un meraviglioso abito broccato che le stava da Dio e per cui tutte abbiamo rosicato assai, e ha parlato di un problema sociale molto caldo e molto attuale, di cui lei stessa è stata vittima: il cyberbullismo. Altresì detto “Mi vendico e posto le tue foto nuda sul web, poi ci pensa la viralità a fare il resto”. Lo ha fatto con serenità, senza vergogna, a testa alta. Caterina Balivo, conduttrice di non so che programma pomeridiano, l'ha prontamente bacchettata.

"Non puoi parlare di violazione della privacy con la mano che cerca di allargare la gonna”

Probabilmente lei ci sarebbe andata in tuta da meccanico, a parlare di cyberbullismo. Non lo sappiamo.


Fatto sta che lasciai stare e non scrissi nulla, perchè non ne avevo voglia. Non mi andava di fare l'ennesimo commento in difesa di qualcosa che non andava difeso, per il semplice fatto che non aveva motivo di essere attaccato. E poi, ci aveva pensato Maria De Filippi a rispondere alla Balivo per le righe. E dinanzi a sua maestà Maria, le damine Balivo fanno un passo indietro. Anzi: pare che la conduttrice si sia scusata per il “tweet infelice”. E va bene, accettiamo le scuse, che siano state sinceramente sue o suggerite dall'ufficio stampa.

Poi ieri, su Huffington Post Italia (trovate l'articolo qui) ho letto l'ennesimo commento su una donna che predica bene e razzola male, Emma Watson, che ha il pregio di essere bella, intelligente, attivista e sexy, tutte cose che non possono coesistere in nessun modo nella stessa persona di sesso femminile, pare. Perchè, ricordiamolo, per predicare la parità di genere non devi sapere cosa sono ceretta, blush e tacchi. Pare.

Su Vanity Fair, per promuovere il nuovo film “La Bella e Bestia”, Emma Watson è in topless. Sì, si parla di topless. A casa mia, "topless" vuol dire “senza top”, quindi a tette TOTALMENTE scoperte. Tutto quello che vedo, in questa foto, è una bella e sensuale donna, non certo una con i seni volgarmente al vento.

(Fonte: Vanity Fair)

Eppure la giornalista Julia Hartley-Brewer commenta così sul suo Twitter:

Emma Watson: "Feminism, feminism... gender wage gap... why oh why am I not taken seriously... feminism... oh, and here are my tits!"

La nudità, anche quella bella e delicata come questa, diventa scandalo perchè si è parlato troppo di temi sociali, storicamente pronunciabili solo da chi adotta look acqua e sapone alla Rosy Bindi. Poi proprio lei poi, la baby maghetta secchioncella di Harry Potter, con una scollatura che mostra il décolleté? Lei, che tiene discorsi alle Nazioni Unite, ma scherziamo? Come osa proporsi in queste (non)vesti su un settimanale popolare come Vanity Fair, letto anche da poveri uomini allupati che se li provochi con un poco di carne scoperta, scendono in strada in impermeabile e mutande? E' una contraddizione vera e propria. 

La vera parità, invece, sta proprio nella libertà di essere chi vogliamo e di non dover scegliere tra ruoli. Io non devo rinunciare all'obiettivo di un bravo fotografo (TIM WALKER RAGAZZI, MICA QUELLO CHE MI SCATTA LE FOTOTESSERE), non devo dire di no ad una stylist che vuole esaltare la mia bellezza entro i limiti della decenza e con grazia. Non c'è nulla di sconveniente nel sottolineare la propria prestanza, e nel diffonderla mediaticamente. Una donna può essere ambo le cose, anzi: in questo modo scavalca gli stereotipi e va oltre qualsiasi pregiudizio. Io posso mettermi un vestito scollato, ma tu, maschio, devi stare al tuo posto. Se passi davanti alla vetrina di una pasticceria e vedi un profiterol, non la frantumi con un martello e te lo mangi perchè la fame è un istinto, tu in quel momento sei affamato e quel dolce ti ha provocato perchè c'era su troppa cioccolata. Non lo fai e basta, perchè il profiterol ha tutto il diritto di essere coperto dalla cioccolata.

Andiamo a parlare di parità in abito da suora o travestite da cubista. Andiamoci con la faccia di Diletta Leotta o Emma Watson. Di suor Germana o Brigitta Bulgari. Andiamoci come vogliamo, perchè la legge dell'”O,o” deve diventare un ricordo. Al massimo, limitiamola alla pasticceria, che mangiare un profiterol e poi un cheesecake non è una grande idea.

MLG

2 commenti:

  1. Ottimo post! Condivido tutto dalla a alla z e di sicuro non avrei saputo dirlo meglio.
    Tra l'altro sono innamorata di quel servizio di Tim Walker e avevo una mezza idea di pubblicarlo sul blog nella categoria editoriali preferiti.
    La gente sta male.
    Un bacio
    Alessia

    RispondiElimina
  2. La gente sta malissimo, cara Alessia, dici bene.
    Ho la sensazione che le posizioni nei dibattiti su alcuni argomenti "caldi" si stiano polarizzando un po' troppo. Non c'è più voglia di essere concilianti, o sei femminista cessa o zoccola bella (scusa il termine, ma quando ce vò...). Questo è quanto di più lontano da un'idea di parità, e la cosa che mi fa più tristezza è che le donne invece di allearsi, si facciano la guerra tra di loro.

    Parlando di Tim Walker, lui è una dei pochi uomini sulla terra che mai mi deluderà :)
    Ogni volta è una festa per i miei occhi.

    Ti abbraccio,
    Ang

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...