sabato 31 dicembre 2016

IL 2017 DEI SÌ

Volevo un finale memorabile. In senso buono.

Con l'addio di Franca Sozzani, pensavo (ingenuamente) di poter archiviare il lunghissimo capitolo dei tristi avvenimenti che hanno reso il 2016 parecchio difficile da digerire - le grandi perdite musicali e culturali, gli attentati, le catastrofi naturali, i cambiamenti politici.  Un modo quasi solenne il suo, perfino poetico, di salutare quest'anno così strano. Franca lo ha fatto apposta, il direttore di Vogue Italia non poteva lasciare al caso la sua dipartita. Si è ritagliata il suo spazio alla fine, quando eravamo sul punto di riprendere a respirare regolarmente, a poche ore dalle vacanze, dopo gli ultimi momenti di lavoro intenso, quelli dove bisogna chiudere tutto e lasciare ogni cosa sistemata, che poi se ne riparla il 2 (o il 9, per chi è più fortunato). E invece a qualche minuto da "arresta il sistema", spegni la macchina del caffè, controlla che le ciabatte siano staccate, metti l'allarme, chiudi l'ufficio...ecco, squilla il telefono e Franca ci ha sorpresi tutti. Forse ha voluto farci favore. La regina della moda ci ha detto "ciao" a qualche ora dalla Vigilia, mica in piena settimana della moda. Che in vacanza siamo tutti più rilassati, e forse le disgrazie e le notizie infauste le gestiamo meglio.

Speravo di buttare finalmente fuori l'aria di quel sospiro di sollievo che tenevo in sospeso da un po', stagnante ed esitante, a metà tra i polmoni e la gola. E invece mi sono svegliata l'altra mattina e ho saputo di George Michel. Ributta dentro l'aria, allora, che il 2016 non è ancora finito. Diamine.



Oggi mi chiedo come sarà quest'anno che arriverà.

Ci lasceremo ispirare dalla forza di Lucia Annibali? Sapremo rialzarci ed essere da esempio, mostrando senza vergogna un volto devastato dalla violenza, per dire a tutti che nessuno può vendicarsi delle nostre scelte dimezzandoci l'esistenza solo per il gusto di punirci e sentirsi più...forti?

Prenderemo esempio da Bebe Vio, dimostreremo che si può essere grandiosi anche senza braccia e senza gambe? Che un sorriso ha il potere di cancellare ogni cicatrice e la vittoria può essere anche il risultato della perdita e della privazione?

Saremo tutti un po' più Wondy nell'affrontare le difficoltà che la vita ci scaraventa addosso? Troveremo la forza dentro di noi per sfidare un cancro, e tutto quello che rappresenta, a testa alta, pur sapendo che le probabilità di perdere sono altissime? Ce la giocheremo fino alla fine?




Avremo un nuovo direttore di Vogue che non ci faccia rimpiangere Franca Sozzani e ci parli della moda per quello che è realmente, con sincerità?

Avremo contratti più onesti, ci lasceremo alle spalle la tristezza delle partite iva sfruttate, dei pagamenti coi voucher, libereremo gli schiavi del lavoro dalle catene del precariato e dell'ingiustizia, gli daremo finalmente la dignità che gli spetta?

Riusciremo ad insegnare ai nostri figli a fare squadra, a non sentirsi in diritto di atteggiarsi a superiori coi propri compagni? Sapremo trasmettere loro i valori del rispetto e dell'integrazione, tanto da allontanarli da qualsiasi tentazione di bullismo?

Avremo una first lady americana che ci sorprenda tutti con una profondità che vada oltre la scelta dell'outfit e l'appuntamento dal chirurgo estetico, e un presidente degli Stati Uniti che riveli un lato più umano e onesto del suo colore di capelli?




La pianteremo di chiamare "grassi" gli obesi, "anoressiche" le ragazze magre, "cessi"" le persone che non rispondono al nostro ideale di bellezza? Smetteremo  di temere la diversità e di fare un viaggio in tram o in metro tra gli extra-comunitari senza avere paura che qualcosa di terribile stia per accadere?

Potremo andare in Chiesa senza che i militari presidino gli ingressi, passeggiare su un lungomare tranquilli, essere certi che a un mercatino di Natale l'unica cosa orribile siano i ninnoli e i soprammobili in legno di cirmolo, o le saponette che sanno di detersivo?

Avremo una Roma una coi fiori al posto della monnezza? Più pulita, ordinata e meno corrotta?

Ricostruiremo un passo alla volta, mattone dopo mattone, le città rase al suolo dal terremoto, avremo tutto il sostegno possibile, sarà una priorità?




Sorrideremo di fronte alla notizia di una coppia gay che si sposa e adotta un bambino altrimenti condannato alla solitudine?

Leggeremo un libro, ascolteremo un disco, guarderemo un film non solo perchè quello scrittore, quel cantante, quel regista ci ha lasciato? Saremo persone curiose e consapevoli di quanto ricco sia il nostro patrimonio? 

La mia risposta è SÌ. A tutto. Perchè chi ha detto che il 17 porta sfiga, forse si confondeva col 16. Oppure non era una persona ottimista.

Che sia per tutti il 2017 dei SÌ. 

MLG






4 commenti:

  1. Bellissimo post, complimenti! Kiss
    “L’attesa e lo “spacchettamento” dei regali di Natale” ora sul mio blog http://www.littlefairyfashion.com

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    1. Grazie!
      Non conosco il tuo blog, corro a dargli un'occhiata ;)
      Baci,
      Ang

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  2. Applausi a scena aperta. Su tutto. Per tutto.
    E aggiungo anche il mio sì. Speranzoso. Tanto speranzoso.

    Manu

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    1. La speranza profuma di cose belle che accadono. Basta rimboccarsi le maniche (magari di una bella camicia :) ....io lo sto facendo, e per una volta non voglio dire "Ci provo", che equivale ad ammettere una percentuale di fallimento. Dal mio piccolo, spero parta qualcosa...
      Un abbraccio e un augurio a te cara Manu!

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