venerdì 23 dicembre 2016

DONNA FRANCA

Stamattina volevo mettermi lo smalto.
Ne avevo comprato uno di Chanel, argentato.
"Domattina, prima di cominciare il tran tran delle varie cose da fare, mi sistemo le unghie". 

E invece finisce che mi ritrovo a scrivere di te, e i miei 25 euro di smalto si stanno lentamente seccando. Che poi te lo devo confessare, non ho mai avuto molto da dire sul tuo conto prima d'ora. Non perchè non ci fossero storie da raccontare o opinioni da esprimere. Semplicemente non hai mai fatto niente per creare rumore. E ti dirò, mi stavi pure un po' antipatica. Ma non quel genere di antipatia che smuove la tua collega Anna Wintour. Quella che suscitavi era una forma reverenziale, del tipo non ti sopporto perchè vorrei essere con te, anzi, vorrei essere come te, o forse proprio te. E visto che nessuna di noi poteva aspirare a tanto, abbiamo tirato in ballo la storia del ricambio, dello spazio ai giovani, delle cariatidi.

Tutte scuse, tu ci piacevi, era quella la verità.




Tu eri quella che anche se ci siamo sforzate, non abbiamo mai trovato nessuna ragione per criticarti veramente. Lo volevamo un motivo, ma la fantasia creativa tipica delle donne quando decidono di essere maligne non ci è mai venuta in soccorso, al massimo arrivavamo a parlare male dei tuoi capelli. Che poi neanche quelli, perchè non ti stava mica male l'aria da bambolina rinascimentale, era la tua divisa, anche se avevi le rughe e le signore attempate ci sarà un motivo se a un certo punto si tagliano i capelli corti, no? Pure quei fastidiosi e insulsi kitten heels alla fine ce li hai fatti apprezzare, a te stavano bene. Ma tu eri tu, e neanche Il Diavolo Veste Prada ci ha convinto a immaginarti come una strega del fashion system, tutta ordini e mobbing. Dicevano che c'era anche un po' di Franca in Miranda Priesley, e io ho sempre pensato che fosse la parte buona.

Non entrerò nel merito di elencare quello che hai fatto in trent'anni di lavoro, nè di provare a immaginare che tipo di donna fossi, perchè è giusto che lo facciano le persone che ti hanno conosciuto e hanno condiviso la redazione con te. Posso solo dire che noi almeno una volta nella vita abbiamo sognato di stringerti la mano, come quel giorno che Stella Jean presentava la sua prima collezione uomo a Pitti Immagine e tu eri seduta in prima fila di fronte a me che stavo lavorando e mi guardavo e mi sembrava mi fossi vestita di merda, più ti guardavo e più mi sentivo un cesso. Proprio noi, che diciamo stupidamente "lavoro nella moda" perchè crediamo che sia più importante del lavoro in sè, sappiamo che una certezza non c'è più. 
Quando un palazzo imponente e importante crolla crea un caos gigante, e il rumore rimbomba nell'aria per molto tempo. Anche se un altro palazzo prende il suo posto, nessuno può passarci davanti senza pensare con un po' di nostalgia a quello che c'era prima, e che adesso vive nelle fondamenta.




Tu, cara Franca, ora vivi nelle fondamenta della rivista italiana di moda per eccellenza, quella che io non riesco mai a leggere fino alla fine perchè a un certo punto, lo confesso, mi rompo e passo a Gioia, o a Grazia, o a Vanity. Ma anche quella che se ritardano a mandarmi un numero sclero, e chiamo subito il servizio abbonamenti Condè Nast. Non sia mai che l'opera della Franca non compaia sulla mia scrivania ogni mese.

Con tutta la stima che posso.
Ciao direttore!


3 commenti:

  1. Sostengo con convinzione che il web riservi piacevolissime sorprese, sempre che si abbia voglia di fare (autentica) ricerca.
    E sostengo che usarlo per fare (reale) scambio di idee e non mero mercato delle proprie vanità e dei propri egocentrismi porti a incontri interessanti.
    Ecco, questo tuo post nonché il nostro incontro virtuale sono la dimostrazione del fatto che non ho torto. Sono d'accordo con ciò che scrivi, lo sai, e sono contenta di aver incontrato una penna brillante: è la mia prima volta qui ma non sarà l'ultima.
    Alla prossima,
    Manu

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    1. Posso dirti, sinceramente, che per me è una gioia ricevere un tuo commento? Ti seguo da tantissimo - anche se, ahimè, sono poco interattiva e ho un rapporto di amore morboso vs odio spassionato col mio blog, che mi porta ad abbandonarlo, ogni tanto - ho anche avuto modo di incontrarti di sfuggita ad un evento Caudalie in Brera qualche anno fa... sei una persona che lascia il segno e non solo per il tuo stile, ma anche per la tua affabilità e gentilezza, e non per ultimo, il tuo blog è...un vero blog! Un "luogo" dove leggere, apprendere, rilassarsi, conoscere... elementi sempre più rari in questo modo di influencer in cui non trovo più spunti interessanti.

      Grazie Emanuela per aver lasciato un po' della tua scia glitter anche qui da me! :)
      A presto!
      Ang

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    2. Rieccomi, Angela cara, e per prima cosa chiedo scusa per questo mio ritardo vergognoso nel rispondere...
      Mi sono presa qualche giorno di pausa da blog, social network e via discorrendo: come vedi, anch'io ho un rapporto talvolta altalenante con il web e l'unico mezzo che, attualmente, solletica costantemente il mio interesse è Instagram.
      Te lo dico a mia volta sinceramente: sono diventata tutta rossa. Grazie, è meraviglioso leggere le tue parole che profumano di sincerità e spontaneità. Spero davvero che avremo allora una nuova occasione di incontro vero, reale: mi farebbe piacere. Molto.
      Ora vado a vedere se hai pubblicato qualcosa di nuovo.
      A presto,
      Manu

      P.S.:
      Ti cito: "questo mondo di influencer in cui non trovo più spunti interessanti"... Eh, quanto mi trovi d'accordo! Per questo reputo prezioso incontrare persone come te e scoprire spazi come il tuo :-)

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