domenica 17 luglio 2016

AMATI, ELISA.




Cara Elisa,

chi lo sa se ti chiami davvero così. Io le Elise me le sono sempre immaginate bionde, come te. E anche minute, fragili, trasparenti, con gli occhi grandi e bramosi. Come quelli delle bambine che hanno appena ricevuto una busta piena di caramelle, ma ne vogliono ancora e ancora, perchè le bambine di nome Elisa sanno che da qualche parte nel mondo esiste un deposito gigante di caramelle, e di una misera busta non se ne fanno un bel niente.

Stamattina, Elisa, ti ho vista per strada e non eri più una bambina. Ho incontrato i tuoi occhi ad un semaforo, ma non erano quelli di chi vuole altri dolci. Erano rossi, gonfi, cerchiati dall'angoscia. Occhi pieni di lacrime, imploranti, smaniosi. Occhi spenti dal dolore che ti ha socchiuso le palpebre. 
Volevano amore.

Quel ragazzo in bicicletta, più grande di te, gli occhi ce li aveva belli, azzurri e attenti. Hanno trafitto la tua pelle, poi la carne, ti hanno attraversata e lacerata, sono andati oltre il tuo piccolo corpo fragile che reggeva a fatica uno zainetto. Lo sguardo di quel ragazzo non si è posato su di te per accudirti come meriti. E' andato oltre quell'incrocio, e si è perso in qualcosa di più importante. 

Elisa, io non so se ti chiami davvero così, ma fragile mi sei sembrata per davvero. Singhiozzavi e ingoiavi a fatica i tuoi respiri corti, vomitavi a bassa voce richieste d'aiuto.

"Ascoltami"
"Non ti arrabbiare"
"Ti prego..."

Lui urlava di non rompergli i coglioni. Ti rimproverava di non essere organizzata e di essere perennemente indecisa. Tu, che invece sei abituata ad inciampare tra le tue mille idee, così tante che non riesci mai a decidere. Ti ho immaginato, Elisa, che ti preparavi lo zaino quella mattina e pensavi alla giornata che avevi davanti a te, calda ma non troppo, con un leggero vento che la rendeva perfetta per una gita in bicicletta. Hai preso il portafogli, le chiavi col portachiavi ingombrante, il cellulare, la bottiglietta d'acqua, il lucchetto della bicicletta, la speranza di avere per tutto il giorno accanto a te quegli occhi azzurri che non ti stanchi mai di perdertici dentro.

Invece sei tornata a casa, umiliata. Io ho attraversato l'incrocio Elisa, mentre lui ti insultava, e sono andata dritta, spedita, non appena il verde è scattato. Ti ho lasciata dietro di me con la speranza che quelle lacrime lo avrebbero arreso alla tua dolcezza e al tuo bisogno di amore. Ho sperato che appena avessi svoltato l'angolo, vi sareste abbracciati stretti e ti saresti calmata al suono di una semplice parola.

"Scusa"

Mi auguravo che fosse solo una banale litigata tra ragazzi. Invece ho visto lui sfrecciare in bicicletta, e tu corrergli dietro. E più correvi, più lui andava veloce. Poi si è fermato, e così hai fatto tu. Io ero dall'altro lato della strada e non sono più riuscita a camminare. Vi ho guardati. Lui urlava, forte, provavi a gridare anche tu, ma le parole si spezzavano a metà e si trasformavano in singhiozzi, ti toglievano tutta l'energia. E poi ho visto quello che non avrei mai voluto vedere: lui ti ha scaraventato un telefonino addosso. Ho corso immediatamente verso di te, ho attraversato la strada senza guardare nè a destra nè a sinistra. Ho visto un cumulo di uomini adulti accerchiarti per offrirti conforto. Lo insultavano, gli hanno dato del pazzo. Li ho scansati, ti ho toccato una spalla e ti ho chiesto se avevi bisogno di aiuto. Ti ho chiamata "tesoro" Elisa, scusami per essermi concessa una tale confidenza. Volevo abbracciarti, portarti in un bar, ordinare una camomilla e tenerti la mano per dirti di non avere paura, perchè passa. 

Ti ho guardata. Dritto negli occhi. Sei una bambina, Elisa, ancora. Sei piccola piccola. E ti hanno appena fatto una cosa che non dimenticherai. Ma perdonerai. Adesso mi dici "No grazie" spaesata, così tanto che non riesci neanche a provare vergogna per quel vicino di casa che ti ha visto e ti ha aiutata ad aprire il portone, perchè tremavi e non riuscivi a trovare le chiavi.  Vorrei che assieme al portone chiuso dietro le tue spalle si fosse chiuso anche quel capitolo. Invece so che lo chiamerai. Lo cercherai, lui si farà desiderare e ti tratterà con supponenza, ti stritolerà il cuore ancora un po' per "insegnarti a vivere", ti dirà di crescere, ti sottometterà alle sue volontà, te la farà pagare e te lo rinfaccerà. E tu Elisa, ti convincerai di essere sbagliata e di avere tutta la colpa. Ti dirai che lui è buono, sei tu l'errore, lui è quello giusto, non ne troverai mai un altro perchè tu vuoi proprio quegli occhi azzurri che ti oltrepassano. Ti racconterai una finta verità per mettere a tacere una voce nella testa, quella che ti dice di lasciarlo andare, e ti accontenterai di quei pochi momenti di gioia e serenità. Poco alla volta ti dimenticherai di quel semaforo. Stasera non mangerai, dormirai nel lettone con tua mamma, e domani ti sveglierai col mal di testa e gli occhi appiccicati che faranno fatica ad aprirsi.

Ma tu ti sforzerai, Elisa, li aprirai, piano piano, e guarderai di nuovo il mondo con quegli occhi che vogliono tutto. Il tuo respiro tornerà regolare, ti verrà voglia di mangiare il sushi con le amiche, il mal di testa ti lascerà. Capirai che tu, come tutte, meriti un uomo che ti rispetti. Cercherai un compagno che ti dica meno "ti amo" e si batta di più per te. Arriverà una persona che saprà accompagnarti nel difficile percorso della vita, sussurrandoti le parole giuste quando starai male, o non dicendo nulla perchè basterà tenerti la mano stretta per farti capire che lui è lì con te, per te, e ti difenderà. Crescerai, capirai cosa è giusto. Soffrirai ancora, ma la tua fragile pelle trasparente diverrà una corazza che impedirà a qualsiasi sguardo di attraversarti. Perchè tu, Elisa, meriti occhi che ti avvolgano, si posino su di te e non abbiano proprio nessuna voglia di andare oltre. 

Tu, Elisa, avrai tutte le caramelle che meriti, dalla vita. Potrai contare sull'amore degli altri, ma soprattutto sul tuo.

Ti amerai, piccola Elisa.


Angela



Dedicato a tutte le Elisa del mondo, così fragili e belle. Dedicato a tutte coloro che subiscono in silenzio e amano incondizionatamente, senza volere niente in cambio. 

Con l'augurio che trovino la forza di fuggire loro carcerieri, e ricevere l'amore che meritano.






2 commenti:

  1. Se almeno per ogni Elisa ci fosse un angelo custode, che per un attimo gli mostrasse la sua forza e la sua bellezza per imparare a volersi bene, avrei meno paura per quegli esseri fragili a cui vogliamo bene. Mi hai commosso, grazie

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    Risposte
    1. Ma grazie a te per aver condiviso un pensiero così bello.
      Un bacio :)

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