giovedì 3 marzo 2016

OSCAR 2016, LEONARDO DI CAPRIO IS THE CHAMPION

Nessun altro argomento meriterebbe di essere affrontato quando si parla di Oscar 2016, figuriamoci gli abiti delle attrici, perchè tutto passa in secondo piano di fronte al meraviglioso Leonardo Di Caprio che alla fine ce l'ha fatta. 



Molti si chiedono come mai io ed altri (soprattutto altre) avessimo così tanto a cuore il Di Caprio Affair. Certo, un attore amato dal pubblico, oggettivamente bravissimo, per di più scapolone (e si sa che a noi donne piacciono i belli e impossibili, e adoriamo fantasticare su chi riuscirà a fargli mettere la testa a posto) (Kate, Leo, ascoltatemi. C'avete 'na certa età e certe cose dovreste saperle più di una pischella trentenne che si atteggia a grande saggia, suvvia: l'amicizia tra uomini e donne NON ESISTE!), scapolone dicevo, non ha bisogno di un omino di piombo senza attributi per essere consacrato. 
Leo ci bastava già così, bello, bravo e Oscar-free.





Credo che agli attori dell'era di Cioè, così come alle boy band e a tutti quei personaggi in cui abbiamo riposto fiduciose tutte le nostre speranze e aspirazioni adolescenziali (pure Lupo Alberto, per quanto mi riguarda), sia riservato un posto speciale nel nostro cuore. Anche quando abbiamo creduto di amare più i Nirvana dei Backstreet Boys, e Ben Affleck di Leo
Leo. Perchè lo chiamavamo così, noi. Come l'amico del piano di sotto che ci citofonava per scambiarci le figurine dei calciatori delle gomme da masticare (il mio, in verità, si chiamava Stefano, Stè).
Più che un sogno erotico per noi ragazzine, Leo era un amico. Era il biondino bidimensionale posterizzato con gli occhi sorridenti, che dall'alto della porta della nostra camera ci guardava mentre ci spalmavamo il lucidalabbra alla vaniglia chimica uscito sullo stesso Cioè col suo sticker in copertina, ci sentiva piangere al telefono con le amiche per quello stronzetto brufoloso che ci aveva limonate e poi ciao, assisteva al nostro sconforto di fronte alle equazioni di matematica, ci sentiva pronunciare le prime, timide parole d'amore sempre a quello stronzetto brufoloso che secondo noi un giorno sarebbe diventato tale e quale a Leo, questione di tempo e di ormoni (quanto ottimismo!), ci osservava mentre ci infilavamo le Fornarina con la zeppa sotto i pantaloni a zampa della Pit-Stop, o nascondere furtivamente i pacchetti di Marlboro sotto il materasso, o spruzzarci i Bon Bon di Malizia OVUNQUE. Poi noi siamo diventate quasi adulte, e lui barbone e rozzo in Revenant. Noi ci siamo conquistate i nostri piccoli Oscar della vita: il lavoro dei nostri sogni (NO),  il matrimonio (NO), una bella casetta (NO), un pargolo (MANCO PE' SOGNO), insomma, un posticino nel mondo (SE CIAO).  Lui si è portato a casa l'ACADEMY AWARD. E ci siamo sentite tutte un po' vincitrici.



Quindi Leo, non dirò che Alicia Vikander sembrava appena uscita dalla doccia con quei capelli indecenti, non dirò che Tina Fey è semplicemente il top e che in blu era divina, non dirò che Rooney Mara ci azzecca sempre con quegli abiti da fatina indie ma continuo a non sopportarla perchè non sa ridere, non dirò che Charlize Theron era così dea, non dirò che Cate Blanchett ormai si sa che ci piglia sempre sul Red Carpet ecchenoia, non dirò che Taylor Swift era la più sexy e che Olivia Wilde aveva il vestito più bello.

Dirò che ti vogliamo bene, Leo. Tanto. E che il tuo Oscar è un premio alla pazienza, alla tenacia, all'ostinazione, perchè chi vuole, può. Magari non subito, e vedendosi passare gli altri davanti, ma cavolo. Il premio arriva. ARRIVA!



Io sono felice, chevvedevodì.
Alla tua!

MLG




2 commenti:

  1. Speriamo davvero che arriva sto premio!!
    Mi hai fatto quasi scendere una lacrimuccia quando parlavi di Cioè, pantaloni a zampa ecc... (ok, mi deve arrivare il ciclo) che bello sapere che la tua intera generazione ha vissuto le stesse cose e invece ci si sentiva così soli. Noi e Leo.

    Erika

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    Risposte
    1. Nonostante i vari tormenti, cara Erika, ricordo il periodo della terza media come uno dei più belli della mia vita. Isolato tra una seconda media incerta e l'inizio delle superiori in la fatica di crescere cominciava a farsi sentire...eh, anche a me viene un po' di magone lo sai? :,-)
      Bacione

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