venerdì 16 maggio 2014

DAL CAFFE' ALLE SFILATE - PARTE 1 (RIFLESSIONI SUL MONDO DEL LAVORO)


Oggi mi hanno raccontato una storia. Una di quelle storie di successo, intrise di ottimismo, che infondono fiducia nel futuro. Questa storia, ovviamente, parla di moda. Non solo: parla anche di lavoro, di sacrifici, di tempi che cambiano.

Sembra quasi la classica storiella da talk show, quella che si presta ad una narrazione istrionica e che appassiona e ammutolisce il pubblico. Inizia con i patimenti e i sacrifici e si conclude col trionfo. Niente di meno che il più banale degli schemi di Propp, con un po' di Barbara D'Urso e magari un Fabio Volo sbarbato nei panni dell'attore protagonista.


Fabio Volo



In realtà è qualcosa di più.
Immaginate un ragazzo che sogna la moda. Siamo negli anni '90, Versace e Armani combattono la guerra fredda: Gianni vuole la donna un po' zoccola, Giorgio la signora frigida e severa. Sul versante oltreoceanico, Calvin Klein, Brenda Walsh, il grunge, Johnny Depp is dating Wynona Ryder “mamotantosilasciano”. Dappertutto: panze scoperte, trucco extra mat, vestiti di velluto, jeans a vita alta strizzati con la cintura e povera te se hai il culone, ma anche se non ce l'hai.

Johnny Depp Wynona Ryder
La coppia più cool degli anni 90: Johnny e Wynona

Brenda
Brenda, ovvero Shannen Doherty. Ma io tifavo Kelly.


Sullo sfondo c'è New York, dove tutto può accadere. Ci si affaccia una persona che – evidentemente - già ci vedeva lungo. Via dall'Italia, che forse è meglio, "poi al massimo ci ritorno con qualcosa in mano". Questo ragazzo ha una passione per la moda talmente radicata che non ha mai subito nessuno di quei cambi di rotta causati dall'età, dalle mode adolescenziali e dalle esperienze della vita... niente a che vedere con “voglio fare l'astronauta” e finire dietro uno sportello delle Poste. Lui ci crede e va. Parte. Il pensiero è semplice ma tutt'altro che banale o comune: "Io ci credo, non so una parola di inglese, ma tanto lo imparerò sul posto, no? Il lavoro non ce l'ho, ma lo troverò una volta che sarò lì".

Il ragazzo inizia facendo i caffè in un importantissimo studio fotografico. Li porta a tutti: alle top model, ai grandi fotografi di moda, agli stylist migliori del panorama fashion statunitense. Tutti prendono il caffè dalle sue mani, lui intanto sbircia, impara, immagazzina. E' un factotum: aiuta dove serve, si trattiene ben oltre l'orario di lavoro, sgobba gratuitamente e senza fiatare. Resta a New York per 6 mesi, poi torna in Italia.

Oggi è uno degli stylist italiani più famosi e preparati.

Patrick Demarchelier
Patrick Demarchelier

Questa storia di successo è utile per trarne delle riflessioni. Per tutto il tempo del racconto, non ho potuto fare a meno di ammirare le doti comunicative e relazionali di questa persona, nonché la simpatia, la spigliatezza, l'italianità (e permettetemi di dirlo, per me è una dote da vendere), oltre che la preparazione, la sicurezza, la profonda e viscerale passione per la moda e per tutto ciò che le gravita attorno. Queste doti sono innate, è vero, ma un po' si possono acquisire, probabilmente se si ha la fortuna di essere recettivi agli stimoli, alla gente, al mondo. Un ciclo che si autoalimenta: più siamo connessi col mondo, e più il mondo si connetterà con noi. Da queste connessioni scaturiranno relazioni, esperienze preziose e...lavoro.

Un po', devo ammetterlo, mi sono innervosita quando è stata svelata la (trita e ritrita) formula vincente del successo: “Credi in te stesso e arriverai dove vuoi”. Poi ho iniziato a chiedermi: ma oggi è ancora pensabile immaginare una carriera dove si inizia facendo il caffè per arrivare, un giorno e dopo tanta gavetta, a decidere il destino di una collezione di moda di un grande brand?
Si può ancora sperare di diventare qualcuno dopo essere stato solo “quello delle fotocopie” ?
E' ancora possibile credere nelle grandi storie di successo?

Per evitare il post più lungo della storia, la seconda parte con la risposta al quesito esistenziale nei prossimi giorni :)



Madame La Gruccia

2 commenti:

  1. Bella domanda...io credo di si, non so quanto sia possibile in Italia (qui a Napoli a dire il vero la vedo dura) ma armati di: pazienza, amore per il lavoro, sacrificio bla bla bla per me ce la si può fare. Io ci sto provando in un altro campo e qualche frutto (ma piccoooolo) lo sto raccogliendo ;)
    P.S. anche io tifavo Kelly!

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    Risposte
    1. Menomale che la tenacia dà i suoi frutti. Mi rincuora sempre ascoltare storie come questa e sapere che gli sforzi pagano :) ...anche in momenti come questi!

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