martedì 29 ottobre 2013

OFF TOPIC CINEMA #1 - LA VITA DI ADELE

LA VITA DI ADELE


Questo blog nasce come fashion blog, o una sottospecie, ma ogni tanto io e la moda litighiamo e sento il bisogno di tacere. O, come in questo caso, di parlare d'altro.

Di film, per esempio.


Io non sono un'esperta di film, ma andare al cinema è una delle cose che mi piace di più. Mi piacciono i cinema piccoli al pomeriggio, un po' vecchi e trasandati, dove vedere un film sembra conservare le caratteristiche di un momento prezioso, meditato, atteso. Mi piacciono i cinema con le poltrone di velluto, lo schermo piccolo e la finestra di proiezione alle spalle (anche se non c'è più l'omino). Mi piace gustarmi il momento, fare il biglietto con la bigliettaia vecchia e scorbutica, attendere che le luci si spengano, guardare i trailer senza interruzioni pubblicitarie, respirare l'odore dei pop - corn. Vado a vedere i film che mi ispirano sperando di uscire dalla sala felice e con degli spunti per riflettere. Nonostante qui non siamo in un cine - blog, credo che questo spazio sia nato per essere un contenitore di cose belle (oltre che di sproloqui della sottoscritta), almeno secondo il mio parere, e quello che ho visto l'altro ieri è un film indubbiamente bello su cui vorrei spendere due parole.

[qui non ci sono spoiler, ma solo considerazioni, quindi leggete senza ansia].

La vita di Adele racconta qualcosa di semplice. Parla di un sentimento, l'amore, e di come si sviluppa una relazione. La più classica delle storie, quella in cui due persone, in questo caso due ragazze (interpretate dalle splendide Léa Seydoux e Adéle Exarchopoulos), si scelgono e decidono di intraprendere un percorso.


LA VITA DI ADELE



Le storie semplici sono alla portata di tutti. Raccontare una storia semplice è un atto di per sè altrettanto facile. Raccontare una storia semplice con delicatezza, tatto, intensità e verità è qualcosa che sanno fare in pochi. 
Il modo migliore per raccontare storie, forse, è agghindarle il meno possibile, lasciandole fluire così come sono. Appesantire l'amore con dialoghi intrisi di parole, azioni che si susseguono senza sosta, mettendo fretta al tempo, impedendogli di scorrere lentamente, è un atto di violenza che può rendere la più semplice, genuina, pura delle storie una favoletta mediocre e banale.

Ne La vita di Adele non c'è niente di mediocre e banale.


LA VITA DI ADELE


Per raccontare la maturazione sessuale di una ragazza si deve passare attraverso la scoperta del corpo e delle reazioni che si scatenano quando entra in contatto con un altro corpo. La semplicità del racconto si riflette anche nell'evitare di essere ipocriti o buonisti. Il sesso è una cosa semplice, così come l'amore. Semplice perchè tutti ne hanno voglia, tutti lo fanno, e Adele e Emma si desiderano tanto, la tensione sessuale si percepisce fin dal loro primo scambio di sguardi. Non si potrebbe in alcun modo evitare di mostrare la voracità con cui le due ragazze si scoprono, ed è per questo che le abbondanti scene di sesso non stonano nè disturbano l'armonia del film. Fanno parte della semplicità della vita... e il regista, Kechiche (quello di Cous Cous, tra l'altro!) sta raccontando tutta la vita di Adele. Adele mangia, Adele legge un libro ad alta voce, Adele sussurra ad Emma, Adele bacia Emma, Adele fa l'amore con Emma. Tutto ruota attorno all'equilibrio della normalità.

LA VITA DI ADELE


Nessun filtro, nessuna distanza. Noi siamo di fianco a loro, così tanto da avere la sensazione di essere sin troppo dentro i discorsi, con l'imbarazzo di violare uno spazio intimo, combattuti tra la smania di partecipare alla passione di Emma e Adele e il dovere morale di lasciarle sole. Noi siamo lì, sospesi sulle labbra delle protagoniste, in attesa di una parola, di un contatto, di un sorriso o di una lacrima.

Questa sensazione la provo raramente quando guardo un film. Di solito percepisco la distanza, quasi mai la vicinanza e il coinvolgimento totale, che ti fa dimenticare chi sei e ti fa entrare nella testa dei protagonisti. 

Io ero Adele, ed ero innamorata di Emma. 


LA VITA DI ADELE LEA SEYDOUX


E' per questo che ho voluto parlarvi de La Vita di Adele, e spero che troviate tre ore del vostro tempo per andare a vederlo.


Forse La Gruccia è tornata.

A presto.



6 commenti:

  1. avevo una gran voglia di vedere questo film e ora ne ho anche di più.... viva gli off topic che ogni tanto con la moda ci si litiga sul serio :)!
    io te lo scrivo sempre ma spero sta volta sia davvero... ben tornata!

    Erika

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    Risposte
    1. ...il vostro blog è uno dei motivi per cui vale la pena riaffacciarsi nella blogosfera!
      ...e voi si che sapete raccontare storie semplici :)

      Fammi sapere se hai visto Adele e se ti è piaciuto.

      Un bacio :*

      Elimina
  2. Dai, ben tornata Gruccia :) Che bello! <3
    Inizio col dire che tutta la descrizione iniziale sul cinema piccolo, di pomeriggio, con pochissime persone, bigliettaia scorbutica, etc. sembra scritta da me per quanto mi riflette. Anch'io adoro il cinema, pazzamente, e sono una romanticona che non ama i multisala e preferisce le pomeridiane. Ma siamo rimasti in pochi, ahimè.
    Questo film - anche se ne parlai nel post su Cannes - non l'ho ancora visto ma mi attrae molto.
    Spero di riuscire a vederlo, anche perché lo hai tratteggiato in maniera così entusiasta e appassionata.
    Comunque leggere questo post è stato davvero un piacere; come sempre.

    Alessia
    ElectroMode

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    Risposte
    1. Grazie Alessia, è bello essere (ri)accolta anche da te.
      Dovevo parlare di Vita di Adele perchè raramente mi ritrovo così piacevolmente colpita da un film. Certo, film che mi piacciono ne vedo in continuazione, ma riuscire ad entrare dentro un film è una cosa rara per me. Forse una cosa del genere l'ho provata anni fa con Into the wild.

      Spero di riprendere il ritmo di prima, mi mancava rifugiarmi qui di tanto in tanto.

      Un bacio :)

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  3. hai saputo dare voce a quello che pensavo di questo film! grazie!

    Fra

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